"Non si riceve la saggezza, bisogna scoprirla da sé, dopo
un tragitto che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché essa è
una visuale sulle cose"
Marcel Proust, “Alla ricerca del tempo perduto“
Mi pare siano trascorsi pochi giorni da quando ho postato
il precedente intervento. Poche settimane da quando un guanto venne sputato dal
convoglio Txxxxx-Fxxxx come un simpatico arrivederci.
Sono passati cinque mesi, cinque lunghi mesi.
Ho avuto modo di scoprire la tua Isola Che Non C’è,
venendo là dove sei ora e godendo della tua lieta accoglienza.
Ho colto non sia stata la tua Neverland, a tratti quasi è
parso sia stato nulla.
Ma sono certo che così non è.
È stato un pezzo, un pezzo di vita. Fondamentale nella
sua altalena di esperienze utili e futili. Sì. Ritengo sia stata fondamentale
per te anche se tu puoi avere idea del tutto differente.
Ma dell’esperienza, delle aspettative, di ciò che si è
incontrato ne parleremo a tempo debito. Un
tempo distante da oggi.
Con il presente è bene dare un’idea di quello che per me
è stata Fxxx; la Fxxx oggettiva, fatta di campagne ed edifici moderni, la tua Fxxx,
fatta di amici, delusioni e ricchezze nascoste e la mia Faro, fatta di qualcosa che devo ancora decifrare.
Non è stata una vacanza, ma un viaggio, così come ha
detto il mio compare.
Una vacanza è differente, è un’altra cosa. Non volevo una
vacanza, volevo un viaggio… Un’esperienza. E l’ho trovata.
Forse è iniziata come vacanza ma poi è divenuta quel
viaggio che desideravo.
Cambiare realtà, vederne una nuova, lontana e vedere la
tua, ormai apparentemente consolidata, ha suscitato nella testa un vortice di
pensieri. Cercavo di interpretarli singolarmente ma sarebbe stato come cercare
di carpire un fiore in un uragano.
Poi il vento è venuto meno e la lettura si è fatta più
chiara.
Una lettura fatta di necessità, le mie necessità. Un po’ di ossigeno che
rincorrevo da tempo e non pensavo di respirare sott’acqua. Mi sono immerso e ho
riscoperto nuove cose.
Ho scoperto di quanto mi
manca la vita. Di quanto la routine mi porti via i pensieri, quelli
belli che il vento di dove sono stato mi ha riportato come se attendesse di consegnarmeli da tempo.
Il sole oltre quell’oceano mi ha ricordato di vivere, al
di là di tutto.
Quei colori mi hanno ricordato la vita e la morte. Di
come un giorno tutto andrà via, di come io non sia altro che un sassolino che dal selciato
vola sulla spiaggia e da questa alla battigia e di come qua l’acqua dissolve
tutto e quel chicco sarà nuovo sale che evaporato sarà il respiro di qualche
altra creatura.
Ho scoperto tanto e alcune cose mi fanno vedere la vita
con occhi diversi e propositivi, altre mi danno conferma di tanti aspetti, non
ultimi appartenenti alla mia persona.
Il vento è ancora forte, si poserà più avanti e io leggerò
in modo nitido tutto ciò che l’acqua, il vento, il sole, la corrente, i
sorrisi, i pensieri, i sentimenti, le amicizie, le pacche, i bronci, i litigi,
i desideri, le delusioni, l’inarrivabile, la sorpresa, le persone hanno voluto
raccontarmi in questi giorni.
È stato un bel viaggio.
Ti ringrazio di tutto, spero che la strada del mio
viaggio si sia assestata con la tua. Forse non l’ha fatto subito, ma son
dell’idea volesse solo aspettare.
E per quanto riguarda te, sappi che ti aspetta un altro
viaggio.
Si pensa che il ritorno sia la conclusione di un tragitto
ma è solo un nuovo percorso che non torna indietro e va sempre avanti.
Grazie.
ZVS