mercoledì 1 febbraio 2012

alla ricerca del tempo perduto

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”
                                               Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto
Non è solo una frase, è un augurio.
Consapevole che chi legge questo messaggio sa che talvolta per avere nuovi occhi bisogna cercare nuove terre.
È la tua occasione non per scoprire un mondo nuovo, semplicemente per respirare un attimo fuori da quell’acqua che si è fatta troppo densa e pesante.
La routine del giorno è il petrolio che galleggia sopra e intorno. Quel mare si pulirà da solo, prima o dopo. Ma per capire come è l’acqua cristallina, quella di un tempo è indispensabile cercare una nuova sorgente. Sconosciuta.
La scoperta del nuovo deriva dalla scoperta dell’ignoto.
Di certo non è l’ignoto puro la direzione che a breve intraprenderai ma ne raccoglie una buona dose.
Che il viaggio, la scoperta siano la ricchezza che ti vedrà rientrare. Un bagaglio fatto di un sapore che da tempo desideravi assaggiare.
Cogli la scoperta senza eccedere, senza nausearti. Solo così sarà un ricordo puro e delizioso. Autentico.
Vivi la tua scoperta. Attenderò per ascoltarla.

1 commento:

  1. In un borgo della Liguria tra il mare e la collina c'è una piazzetta. Si accede a questo luogo salendo alcuni gradini di una strada asfaltata. La piazzetta è anche sagrato della Chiesa della Madonna della Rovere, costruita in stile barocco ligure, particolare della zona.
    Di fronte ad essa ci sono alcune case di pietra, un po' arroccate e coperte da piante rampicanti che d'estate si colorano di fiori gialli e viola. Ancora in fondo alla piazzetta c'è un il bar-ristorante "Everest" che prende il suo nome da quello del proprietario, appunto Everest. Pare che l'abbiano chiamato così perchè, nell'anno in cui è nato, è stata conquistata la vetta del monte più alto di tutti. Se vai nella piazzetta ed entri nel locale lo trovi quasi sempre ad accoglierti. E' un tipo sulla sessantina sorridente sotto il baffo grigio alla Peppone; Everest ti serve quasi sempre gli stessi piatti: spaghetti al pesto o allo scoglio di primo, orata con patate di secondo. Non ti dà tanta scelta ma va bene così, chi ci va lo sa. Everest è un tipo che, secondo Chiara, cammina un po' zoppicando e se gli dici che stai per partire per un viaggio lungo e in terre lontane, ti risponde "Non vi capisco, perchè sentite il bisogno di andare via.... Qui è un paradiso !". Forse ha ragione il ristoratore stanziale con il nome più esotico o forse no, ma chi sente l'esigenza di partire vuole capirlo da sè .... io seguirò questo migrare, seguirò questa corrente di ali.

    Grazie Zeno per il tuo augurio, è bello e lo guarderò ogni tanto...

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